INTERNATIONAL CLASSIFICATION OF FUNCTIONING, DISABILITY AND HEALTH (ICF)
L’OMS con l’CF propone un modello universale di salute e disabiltà, con ricadute di grande portata sulla pratica medica e sulle politiche sociali e sanitarie. Il concetto di salute è infatti un concetto multidimensionale così come quello di disabilità. In quest’ottica, salute e disabilità condividono le stesse dimensioni concettuali. La disabilità non è, quindi, una condizione specifica di un gruppo minoritario, quanto piuttosto una condizione che ognuno di noi può sperimentare durante la propria vita.
L’ICF, raccordo di esperienze valutative (ICD, ICDH, ICDH2): • non è una classificazione che riguarda un “gruppo” oppure un aspetto; • non classifica le persone ma gli stati di salute ad essa correlati; • pone al centro dell’interesse valutativo la qualità della vita delle persone affette da una patologia evidenziandone la possibilità di miglioramento; • esplora le componenti biologiche, sociali e psicologiche dell’essere umano; • riesce ad ovviare, attraverso la prospettiva BIOPSICOSOCIALE, alla contrapposizione del modello puramente medico a quello puramente sociale di disabilità; • definisce la Disabilità come una Condizione di Salute in un ambiente sfavorevole, non lasciando spazio alla parola Handicap, che riveste connotazioni negative in moltissime lingue e culture (studio OMS); • contribuisce al raggiungimento degli outcomes ovvero di esiti favorevoli in campo sanitario.
La dimensione esplorata è, in definita, complessa ma sicuramente più veritiera poiché meglio riflette le relazioni dinamiche dell’uomo con l’ambiente.
L’individuo inteso come “paziente”, non occupa più la totalità dell’esplorato bensì una parte. La società, anch’essa parte del tutto, deve impegnarsi a modificare l’ambiente per consentire all’uomo di parteciparvi più intensamente e in maniera più completa.
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